Il grande boccone
Il grande boccone (The Big Swallow), è uno degli esempi più vistosi della creatività di James Williamson. La brevità e la semplicità del film sono inversamente proporzionali alla sua genialità. Williamson gioca con le prospettive tentando di spremere il massimo dalle sue conoscenza sulla profondità di campo.
La prima inquadratura è una soggettiva (La lente della nonna, 1900) dagli occhi di un operatore intento a ragionare con un gentiluomo inglese un po’ contrariato dall’idea di farsi riprendere (doveva essere una reazione abbastanza comune a quei tempi).
Nella seconda fase del film, l’uomo, borbottando qualche imprecazione e agitando per aria un grosso bastone da passeggio, si avvicina sempre più alterato all’obiettivo della camera. La figura quasi intera diventa sempre più vicina, finché l’uomo, inquadrato in un primissimo piano che lo rende gigantesco agli occhi degli spettatori, apre la bocca e ingoia interamente sia l’operatore che la sua telecamera.
Il film si chiude con il gentiluomo intento a masticare le sue prede con avidità e soddisfazione, trasmettendo una sensazione di macabra comicità.
Basta soltanto la descrizione per avvertire chiaramente lo sprazzo di estrosità e ingegno che deve aver ghermito la mente del regista. Michael Brooke ha definito questo film: “uno dei più importanti film inglesi di sempre: il primo a esplorare deliberatamente il contrasto prospettico fra l’occhio della camera e l’occhio del pubblico che osserva”.[1]
Note:
- The Big Swallow – BFI Screenonline ⬆