Fire!
In Fire! assistiamo al salvataggio di una donna da un’edificio in fiamme. Grazie all’aiuto del montaggio, Williamson ci mostra due punti di vista spaziali differenti: dalla strada e dall’interno della casa. Ogni taglio corrisponde a un cambio di prospettiva dello spettatore, pur restando su un piano temporale lineare, svincolando definitivamente il cinema dalle sue origini teatrali e introducendo le prime tecniche di montaggio atte a manipolare lo spazio.
Williamson, pur non utilizzando l’espressività del montaggio alternato (che verrà affinato soltanto nel 1907, nel film Le cheval emballé), tenta di mettere in scena l’intera procedura di un salvataggio da parte di un’eroica squadra di pompieri, mescolando azione e dramma. Il film colpirà dritto il cuore di Edwin Stanton Porter, il quale realizzerà, qualche anno, il film La vita di un pompiere americano, quasi plagiando (all’epoca, non esistendo i diritti d’autore, era una pratica comune) l’opera di Williamson e intingendola ulteriormente di drammaticità.