Le avanguardie storiche
L’Europa è il fertile terreno che accoglie i primi movimenti artistici e letterari avanguardistici: simbolismo, espressionismo, cubismo, futurismo, dadaismo, i quali tentano di rivoluzionare il linguaggio con il quale l’arte si esprime e si relaziona con la società, attingendo in particolare alla filosofia e alle ideologie politiche.
Questi tentativi mettono in discussione non solo tutta la tradizione, ma il significato stesso della parola arte. La musica non si sottrae a questo cambiamento, anzi, viene scossa da una spinta innovatrice mai vista prima.
Arnold Schoenberg e la dodecafonia
Nei primi decenni del 900, gli innovatori della musica classica sono trascinati da un destino diverso da quello della musica americana. L’industria dei dischi non era interessata a commercializzare un certo tipo di musica colta e dunque scarsamente vendibile al grande pubblico. Tuttavia qualche decennio dopo, questi stessi compositori diventeranno fonte d’ispirazione per alcuni fra i più grandi artisti della musica rock.
Probabilmente il primo ad accorgersi dell’imminente rivoluzione fu l’italiano Ferruccio Busoni, che nel 1907 profetizzò l’uso dei suoni dissonanti ed elettrici nelle composizioni musicali future[1].
Intanto in Austria, Artur Schoenberg, musicista autodidatta nato da una povera famiglia ebrea, insegnava armonia e contrappunto a Vienna. La sue teorie rivoluzionarie trattavano di scrivere musica completamente al di fuori del classico sistema tonale. Su queste stesse idee Alexander Scriabin, compositore russo appassionato delle teorie superomistiche di Nietzsche, tenta alcuni esperimenti atonali.
Questi musicisti riprendevano alcune tendenze ottocentesche mostrate da compositori come Richard Strauss (Elektra, 1906), Maurice Ravel (ironico e disincatato che si ispirava al Jazz americano) e Claude Debussy (uno degli iniziatori del novecento musicale, grazie alle sue sperimentazioni su tempo e ritmo).
Pur essendo questi compositori essenzialmente anti-romantici, non si possono non trovare alcune attinenze filosofiche con Richard Wagner e la sua Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), che egli aveva teorizzato nel suo saggio “Arte e rivoluzione” (1849). Il termine indicava un ideale di teatro in cui convergono musica, drammaturgia, poesia e arti figurative, al fine di realizzare una perfetta sintesi delle diverse arti. Senza esserne cosciente, Wagner stava immaginando qualcosa di molto simile a ciò che diventerà il cinema o che tenterà di fare Diaghilev con i suoi Balletti Russi. Molto emblematico il fatto che egli stesso cita come massima espressione della Gesamtkunstwerk, l’arte teatrale dell’antica Grecia, in particolare la tragedia eschilea.
Durante una delle prime esecuzioni di Schoenberg e della sua Pierrot Lunaire (uno dei più grandi esempi di instabilità tonale), a Parigi, seduto fra il pubblico c’era un giovane compositore francese che rimase estasiato: Edgard Varèse, il quale pochi anni dopo lascerà l’Europa per emigrare negli USA.
Alcune delle pratiche di Schoenberg, compresa la formalizzazione del metodo compositivo e l’abitudine di invitare apertamente il pubblico a pensare analiticamente, avranno un eco straordinario che risuonerà nei movimenti musicali d’avanguardia per tutto il XX secolo.
Durante il periodo nazi-fascista, la musica di Schoenberg venne bollata come arte degenerata costringendolo a scappare negli Stati Uniti. Fra i suoi allievi americani ci saranno molti grandi musicisti, fra i quali spiccherà la figura del compositore e teorico musicale John Cage.
La musica del rumore
Nel 1913, il pittore e compositore futurista Luigi Russolo teorizzò l’impiego del rumore[2] per arrivare a comporre una musica costituita soltanto da tipi diversi di rumori invece che da tradizionali giri armonici, gettando le basi per le avanguardie del dopoguerra che ispireranno il rock rumoristico e la noise music.
Durante quel periodo tenne in Italia, in Francia e in Inghilterra dei concerti per intonarumori, uno strumento musicale da lui concepito, in grado di controllare dinamica, volume e lunghezza d’onda di diversi tipi di suoni.
Intanto negli Stati Uniti, Henry Cowell compose alcuni quartetti (1916) utilizzando combinazioni di ritmi e toni impossibili da suonare per un essere umano, ispirando i successivi lavori di John Cage per il piano preparato. Altre delle sue innovative tecniche per pianoforte, consistevano nel pigiare i tasti a grappolo (dall’inglese cluster), ovvero suonando un insieme di note molto ravvicinate con la mano aperta, il pugno o l’intero avambraccio a seconda della distanza delle note. Un uso molto suggestivo di questa tecnica si può ascoltare in The Tides of Manaunaun (1911), che scrisse a soli 14 anni, oppure in Tiger (1928), ispirato dalla poesia di William Blake, The Tyger.
Nel 1913, Igor Stravinsky scrisse un balletto per la compagnia dei Balletti Russi ideata da Sergei Diaghilev, La sagra della primavera, che fu ritenuto estremamente scandaloso per la sua musica e le sue tematiche, rappresentando un rito sacrificale pagano immerso in un’atmosfera primitiva che sfocia in una rissa demoniaca.
Eric Satie e la musica d’arredamento
Nel 1917, Eric Satie compose le musiche di Parade[3], un altro balletto ritenuto scandaloso, con soggetto di Jean Cocteau, scene e costumi di Pablo Picasso e coreografie di Leonide Massine, che metteva in scena il mondo chiassoso e colorato degli artisti di strada, delle fiere e del circo.
Nei primi anni 20, Satie teorizzò l’esistenza di un tipo di musica che non dovesse essere ascoltata, la musica d’arredamento[4], ovvero non più al centro della scena, ma fuori dal contesto e relegata sullo sfondo, in modo tale da scaturire nelle persone una inconscia sensazione di comfort e calore. Due decenni dopo, il compositore americano d’avanguardia John Cage, avrebbe dichiarato che la musica d’arredamento possiede una forza tale che permette finalmente di “restituire ai suoni la libertà di essere se stessi”.
Ovviamente le sue affermazioni suscitarono molti dubbi e polemiche nell’ambiente musicale dell’epoca. tuttavia le sue teorie gettarono le basi per quella che diventerà la musica ambient, oltre a ispirare molti giovani compositori che volevano slegarsi dalle regole troppo rigorose della musica classica.
Nel 1930 intanto, Cowell aveva finito di scrivere le pagine di teoria musicale di New Musical Resources[5] nelle quali spiegava nel dettaglio i concetti ritmici e armonici che aveva utilizzato nelle sue composizioni. Il libro divenne un vero e proprio manifesto per la musica sperimentale dell’avanguardia americana.
[riferendosi al libro di Satie] “…su di me ha avuto un’influenza maggiore di qualunque altra cosa abbia mai letto riguardo alla musica.”Conlon Nancarrow
Nello stesso anno, Cowell commissionava all’inventore russo Leon Theremin una macchina del ritmo, la prima drum-machine della storia, il Rhythmicon, con il quale scrisse numerose composizioni e il famoso Concerto for Rhythmicon and Orchestra (1931).
Connessioni fra avanguardia e musica popolare
Per quanto nobili e concettualmente imponenti fossero, le avanguardie non arrivarono mai ad ottenere il successo commerciale. D’altro canto sarebbe banale criticare tutta la musica di massa affermando che essa, ormai totalmente inglobata dall’economia, sia soltanto un bene da produrre e da consumare. Seppur ciò sia vero e inconfutabile, si tratta di una visione limitata della musica moderna: avanguardia e musica popolare sono due facce della stessa medaglia.
Innanzitutto perché è proprio grazie alle avanguardie che la musica popolare è riuscita a elevarsi su vette elevatissime e per contro, la musica popolare permette all’avanguardia di emanciparsi dal suo ruolo di follia astratta riservata a pochi intellettuali.
In secondo luogo il capitalismo è stato un passaggio doloroso ma necessario dell’intera storia dell’umanità. Senza il capitalismo non avremmo avuto lo sviluppo scientifico e tecnologico sufficiente per arrivare alla situazione odierna, la quale permette di fare musica con un investimento minimo, alcuni strumenti musicali, un computer e qualche software.
Tutto questo è estremamente positivo per lo sviluppo dello spirito creativo delle masse. Ciò che corrompe la qualità della musica non è la sua facilità di produzione, ma l’ignoranza culturale media alla quale le masse sono ancora soggette per volere stesso del capitalismo. Ma il capitalismo, utilizzando la tecnologia come strumento per potenziarsi, rende sempre più vicino il suo inesorabile declino, in quanto il progresso tecnologico renderà la cultura sempre più accessibile alle masse come mai accaduto prima nella storia.
In pochi secoli lo scenario globale è destinato a cambiare. È solo questione di tempo prima che il livello culturale medio aumenti esponenzialmente, trascinando il nostro mondo, ancora in equilibrio fra barbaria e civiltà, in un’epoca nella quale i soldi saranno soltanto un lusso e non una necessità, poiché la scienza e la tecnica garantiranno a tutti un elevato livello di benessere. Si lavorerà meno e ci si dedicherà di più alla coltivazione della conoscenza e dello spirito. Sarà il tempo di nuovo rinascimento artistico che porterà il vero senso dell’arte al massimo del suo splendore. Sarà il momento in cui le pop-star declineranno in favore degli Artisti. Sarà il momento in cui verranno rivalutati i grandi compositori d’avanguardia. Sarà il momento in cui l’oltreuomo profetizzato da Nietzsche prenderà finalmente forma e saranno le masse, non più soltanto delle Elite intellettuali, a interessarsi di queste tematiche.
Note:
- Ferruccio Busoni – Saggio di una nuova estetica musicale (1907) ⬆
- Luigi Russolo – L’arte dei rumori (1913) ⬆
- Satie, Cocteau, Picasso, Massine – Parade (1917) ⬆
- Musique d’ameublement. Ecco un esempio di musica d’arredamento eseguita dalla Webster University New Music Ensemble ⬆
- Henry Cowell – New Musical Resources (1930) ⬆